2018 – NZEB Genova

PLACE: Italy, Genova, Piazza Raggi
TYPOLOGY: urban and building renewal
FUNCTION: tertiary sector
SURFACES: 9.000 square metres
PROJECT START: 2018
CALL FOR PROJECT: IREN Energia SpA

Sviluppo progettuale Architettonico e descrizione dell’aspetto estetico
Lo sviluppo architettonico è incardinato su due principi: approccio “territoriale” al progetto e cioè trasformazione dell’urbanizzazione edilizia in “paesaggio urbano” e “genius loci” che è alla base di tutti i progetti sviluppati dall’Architetto Luciano Pia. Per questa ragione sono stati effettuati sopralluoghi non solo al fabbricato medesimo, ma anche al contesto urbano, per entrare in sintonia con lo spazio e capirne le caratteristiche. Il contesto genera la forma, dove “contesto” è inteso in senso lato e quindi non solo contesto edilizio, ma anche ambientale, sociale, economico, culturale, proiezione ideale e rappresentazione figurativa. Intendiamo sviluppare il progetto in modo integrato: il progetto d’intervento sul singolo edificio investe problematiche più generali e diventa parte di un disegno urbano.
Così come si utilizza un approccio progettuale globale agli interventi di ordine architettonico, strutturale, impiantistico e gestionale allo stesso modo la progettazione viene sviluppata sin dall’inizio in 3D +2, dove la quarta dimensione è il tempo, cioè la vita del fabbricato ed il quinto sono i costi. La progettazione 3D garantisce un controllo totale ed una relazione diretta tra pensiero e progetto, il controllo delle rappresentazioni volumetriche e la possibilità di analizzare i comportamenti del fabbricato, evidenziando l’evoluzione dei suoi componenti nel tempo e nello spazio. Con la progettazione 3D + 2 ad ogni componente dell’edificio viene associato un costo, rendendo verificabile e trasparente l’evoluzione dei costi di realizzazione e gestione nelle diverse fasi del ciclo di vita dell’opera.
L’edificio è abbandonato da anni ed è stato realizzato in un contesto urbano sovraedificato e mineralizzato. Pensiamo che vada ricostruita, limitatamente alle possibilità d’intervento, un’immagine urbana diversa da quella attuale. Bisogna immaginare una parte di territorio vivibile in cui poter lavorare in spazi gradevoli, una sorta d’isola di benessere nel contesto di stazione Brignole. Uno dei primi problemi da risolvere è l’attacco a terra del fabbricato, inteso come relazione con la città (pedonale, ferroviario, veicolare) e con il fiume Bisagno. Tenendo conto che periodicamente il fiume esonda e il fabbricato è posto in corrispondenza del “tappo” di sfogo verso il mare costituito dalla ferrovia, riteniamo indispensabile porre delle paratie al piano terra per evidenti ragioni di sicurezza. Le paratie saranno posizionate, così come indicato sulle tavole di progetto, a delimitazione della parte del piano terra utilizzato, esternamente agli elementi strutturali ed in battuta sugli stessi, al fine di garantirne la tenuta. A complemento delle Paratie saranno predisposte “pompe di sentina” per l’evacuazione delle eventuali infiltrazioni. Al piano terra, nei locali utilizzati, tutti gli impianti dovranno essere predisposti a soffitto.
Parte del piano terra prospicente il Bisagno sarà liberato per rendere Piazza Raggi connessa alla stazione e alla metropolitana, fruibile e aperta. Vuol dire fare un’operazione urbana con una ricaduta immediata sul fabbricato e sul contesto, in quanto si crea un nuovo “atrio” urbano che fa da connessione tra la Piazza ed i trasporti. La stazione della metropolitana diventa parte del fabbricato e il fabbricato diventa il centro del nuovo spazio urbano. Il piano terra, oggi su due livelli, sarà mantenuto tale, in modo da evidenziare la parte “interna” chiusa e utilizzabile e la parte esterna (più urbana e ribassata) a livello della Piazza Raggi. Un sistema di chiusura con inferriate scorrevoli impacchettabili potrà essere predisposto per la chiusura serale dello spazio coperto-aperto del piano terra verso la Piazza. Il camminamento di connessione diretto verso la Metropolitana potrà essere fiancheggiato da spazi espositivi di presentazione commerciale sia a disposizione di IREN che di altri Enti.
Sicuramente la liberazione di una porzione di piano terra e la sua trasformazione in uno spazio di connessione, dovrà essere concordata con il Comune di Genova e con loro condivisa, in quanto operazione “pubblica” di miglioramento urbano. IREN che opera a cavallo tra pubblico e privato è l’Ente giusto per portare avanti tali tipi d’iniziative, poichè intervenendo per la valorizzazione di uno spazio privato migliora uno spazio pubblico a servizio della Città. Sarà valutata, in accordo con la Committenza in fase di Progetto Preliminare, la possibilità di ampliare la parte del piano terra riutilizzata o ridurla, anche tenendo conto dell’impossibilità di garantire l’assoluta tenuta stagna del fabbricato esistente durante le esondazioni. Le opere di sistemazione di Piazza Raggi e le opere connesse alle sistemazioni a verde non sono comprese nelle somme messe a disposizione da IREN per l’appalto in oggetto e saranno oggetto di trattativa con la committenza.
Molto probabilmente si dovrà intervenire sulla struttura verticale e orizzontale del fabbricato. L’adeguamento alla normativa antincendio richiederà interventi d’irrigidimento e controventamento, che saranno effettuati sia internamente, tra i pilastri interni, che esternamente, tra i pilastri di facciata. Sarà valutata la congruenza della struttura del quinto piano con le normative antisismiche vigenti e con i carichi di progetto previsti.
Alla liberazione di parte del piano terra corrisponde una ricollocazione della rampa di uscita, per evitare il passaggio delle automobili in Piazza Raggi, nell’ottica futura di rendere pedonale questo spazio pubblico.
Gli ascensori e le scale esistenti saranno mantenuti nella posizione attuale. Parte dei vani ascensori attuali saranno dedicati a cavedi verticali.
A seguito della rimozione delle fasce piene e vetrate delle facciate, la struttura viene messa a “nudo”, si ridefinisce il confine tra spazio interno e spazio esterno in modo diverso dall’attuale, con l’utilizzo di tutta l’impronta della proprietà a terra per limitare il fabbricato nel suo insieme e cioè arretrare la chiusura verso l’interno, per ricavare logge e terrazze verdi, offrire spazi esterni a servizio degli uffici e schermare gli apporti diretti di luce.
Così facendo si crea un filtro attivo tra interno ed esterno, anche dal punto di vista visivo, che permette di “nascondere” alcune presenze esterne. Anche il verde contribuisce a rendere gli spazi più freschi, all’assorbimento di parte delle polveri sottili, all’assorbimento di CO2, alla naturalizzazione dello spazio urbano, ad ammorbidire la durezza del contesto ed in parte a mitigare l’inquinamento acustico.
Lo svuotamento delle facciate o l’aggiunta di sporti e protezioni solari esterne sono dettate da un’analisi dell’insolazione del fabbricato durante tutto l’arco dell’anno. Protezione in estate e durante le ore calde (anche la mezza stagione è calda), apporto solare in inverno. Il sole vuole dire luce e quindi va modulata la schermatura per evitarne l’ingresso, pena l’inutilizzabilità dello spazio interno per lavorare (abbagliamento). Modulando gli sporti, le schermature, le rientranze e gli aggetti possiamo ottenere uno spazio intermedio tra esterno ed interno che funziona come transito tra il dentro ed il fuori e risolve più problemi contemporaneamente.

L’uso del verde è fondamentale sia negli spazi di transizione, per ridare un disegno “territoriale” al fabbricato esistente, sia per la naturalizzazione dello spazio urbano ammorbidendo la durezza del contesto, oltre a contribuire a rendere gli spazi più freschi, ad assorbire parte delle polveri sottili e CO2. Il verde al piano terra e in copertura completa il disegno del paesaggio.

Nel corso del preliminare di fattibilità e del definitivo, saranno effettuati degli studi analitici di simulazione delle posizioni, in modo da ottimizzare la protezione solare passiva e l’illuminazione naturale interna.
Le simulazioni di soleggiamento elaborate ora sul modello 3D costruito sulla situazione attuale hanno evidenziato la necessità di proteggere tutte le facciate dal soleggiamento diretto sia in estate sia nelle stagioni intermedie. Sono stati pertanto ipotizzati aggetti orizzontali e schermature verticali fisse e mobili sia in vetro opalino (a rifrazione multipla per permettere il riverbero della luce verso l’interno), sia grigliati a maglia adeguata (per permettere la ventilazione verticale ed il camminamento), piante autoctone ed elementi verdi, che oltre a proteggere “naturalmente” dal sole svolgono tutte le altre funzioni di cui abbiamo detto sopra.
Grandi vetrate fisse e apribili garantiranno sia l’areazione naturale, sia l’ingresso della luce modulata dalle schermature e amplificata dalla riflessione.
Alta efficienza d’isolamento termico con l’utilizzo di vetrature con vetri a doppia camera stratificati, minimizzazione dei ponti termici, cappotto maggiorato delle parti cieche, permetteranno all’involucro nel suo complesso di essere altamente efficiente e garantire una temperatura interna del fabbricato ottimale. La forma compatta del fabbricato rivestito dalla struttura sopra descritta eviterà al massimo le dispersioni. La massa strutturale interna, attivata per svolgere funzione di accumulo e sfalsamento termico, garantirà una continuità nel tempo delle prestazioni energetiche a basso costo e ad alto benessere ambientale. I locali di lavoro e gli uffici dei vari piani saranno trattati con soffitti e pavimenti a vista, senza controsoffitti e pavimenti soprelevati per favorire l’irraggiamento passivo delle strutture che vengono utilizzate come accumulo termico di sfasamento. Le installazioni impiantistiche (canali e tubi) saranno posizionate a vista a soffitto, mentre una maglia regolare di cavedi accessibili a pavimento garantirà le connessioni elettriche BT alle postazioni di lavoro. Le pareti, laddove previsto, per la realizzazione degli uffici singoli saranno di tipo mobile (vetrate).
La realizzazione di terrazzi con giardini verdi e il posizionamento dei pannelli fotovoltaici in copertura, a funzione di pergola sovrapposta, contribuiscono a creare uno spazio gradevole e di alta qualità ambientale, che si ritroverà a tutti i piani.

Sviluppo progettuale delle strutture
Lo sviluppo del progetto strutturale si prevede articolato come previsto nel DM2018 per gli edifici esistenti. In particolare saranno curati i seguenti aspetti:
• Ricerca e valutazione della documentazione progettuale disponibile, in fase di preliminare.
• Rilievo geometrico e dimensionale degli elementi strutturali e dei particolari costruttivi, in fase di definitivo.
• Confronto fra documentazione progettuale e rilievo.
• Sondaggi per la valutazione delle caratteristiche dei materiali in opera, con confronto con quanto dichiarato nella documentazione disponibile e con controllo dello stato di degrado. Si prevede di effettuare controlli sufficienti al raggiungimento di un livello di conoscenza elevato al fine di poter prendere in considerazione la massima capacità delle strutture disponibili in fase di definitivo.
• Collaborazione con lo sviluppo progettuale geologico per la corretta definizione delle caratterizzazioni progettuali delle opere di fondazione, tenuto anche conto delle evenutali variazioni delle caratteristiche in presenza di alluvione.
• Modellazione strutturale della struttura con valutazione delle sollecitazioni in tutti gli elementi strutturali sia in condizioni statiche che in condizioni dinamiche (sismiche) con determinazione della vulnerabilità.
• Progettazione delle opere di rinforzo eventualmente necessarie per l’adeguamento di tutti gli elementi che non dovessero risultare idonei in condizioni statiche o in condizioni dinamiche, a partire dal definitivo.
• Verifica della vulnerabilità degli elementi non strutturali per i quali sarà prevista la conservazione, a partire dal definitivo.
• Progettazione dei nuovi elementi non strutturali e impiantistici tenuto conto delle condizioni statiche e dinamiche, a partire dal definitivo.

Sviluppo progettuale degli impianti
Grazie alla lunga esperienza maturata dal gruppo di progettazione si propone un approccio globale alla progettazione con particolare attenzione:
– alla fase di commissioning, nella quale è di fondamentale importanza la scelta della corretta tipologia d’impianto, che consente di limitare al massimo le situazioni di discomfort evitando lamentele e quindi gestioni “energivore”. Un impianto concepito perseguendo un buon bilancio tra costi e comfort permette infatti di rendere tollerabili condizioni microclimatiche più lasche e quindi minori costi di gestione;
– alla fase di progettazione di tutti i fattori apparentemente di secondo ordine quali il corretto dimensionamento degli ausiliari con particolare riguardo alle condizioni medie stagionali e non solo a quelle di progetto;
– alla fase di realizzazione con controllo dell’esecuzione dei lavori, che deve essere impeccabile dal punto di vista dell’involucro e degli impianti, sui quali l’appaltatore verrà contrattualmente responsabilizzato non solo sulla realizzazione delle opere ma anche e soprattutto sulle prestazioni del sistema edificio / impianto, passando così da una logica prescrittiva ad una logica prestazionale;
– alla fase di gestione con un periodo di startup del sistema edificio impianto non inferiore a 3 anni dall’occupazione degli ambienti, al fine di allineare le prestazioni reali a quelle attese
Energy management
Consapevoli della grande importanza del mantenimento dei costi di gestione nel tempo, il progetto prevede l’implementazione di un vero e proprio sistema di Energy Management dei sistemi di produzione del caldo e del freddo direttamente all’interno del sistema di supervisione con l’implementazione di logiche intelligenti appositamente dedicate al fine di monitorare e ottimizzare l’efficienza energetica dei sistemi di produzione.
Grazie alla lettura in tempo reale dei sistemi di misura dell’energia termica e frigorifera prodotta e dell’energia elettrica assorbita dei gruppi refrigeratori e degli altri sistemi energetici, il sistema provvederà al calcolo e al controllo in continuo del COP (Coefficient of performance) e dell’EER (Energy Efficiency Ratio) favorendo il funzionamento delle macchine più efficienti e regolando i cicli di accensione e spegnimento con il fine di ridurre la “grey energy” che caratterizza i sistemi di produzione del calore e del freddo ed allungare la vita operativa delle macchine.

Sviluppo progettuale geologico
1) Adeguamento sismico
Per quanto riguarda l’adeguamento antisismico dell’edificio, il gruppo di lavoro prevede di operare su due fronti:
• da una parte occorrerà verificare la congruenza fra il progetto e le fondazioni effettivamente esistenti, sia in termini di dimensioni, che di profondità che di terreni di sottofondo, nonché verranno valutate le caratteristiche meccaniche attuali del cemento costituente i plinti di fondazione; questo verrà eseguito attraverso indagini dirette (scopertura di alcune parti di plinti e sondaggio a carotaggio continuo eseguito a campione sulle fondazioni) ed indirette (geofisica), in fase di preliminare e definitivo.
• dall’altra si provvederà ad eseguire la caratterizzazione sismica del terreno (Vs30) con indagini adeguate al problema e compatibili con le problematiche logistiche del sito (MASW, Down-Hole o penetrometrie dinamiche), in fase di preliminare e definitivo.
A conclusione si verificherà che le fondazioni siano idonee all’adeguamento antisismico dell’edificio ed eventualmente si concorderanno con il progettista eventuali opere integrative per assicurare la sicurezza dell’edificio al sisma di progetto.
2) Pozzo di emungimento per alimentale il sistema di raffrescamento e scarichi tecnici
Per l’efficientemento energetico dell’edificio si rende necessario la progettazione di un approvvigionamento idrico di modesta entità (< 10 l/s): a tale scopo il progetto prevederà un pozzo di piccole dimensioni, adeguato al fabbisogno indicato dal progettista energetico. Da prime verifiche bibliografiche, emerge che il materasso alluvionale su cui insiste l’edificio è sede di un acquifero altamente produttivo, come dimostrato dai numerosi pozzi acquedottistici IREN presenti a poche centinaia di mt attorno a Piazza Raggi: questi pozzi sono descritti come opere con portate consistenti, ben maggiore di quanto richiesto dall’edificio in questione. Lo spessore del materasso alluvione si segnale all’incirca di 40 m e le permeabilità sembrerebbero decisamente elevate, dell’ordine di 10-2 m/s, e quindi assolutamente sufficienti al fabbisogno. Il livello piezometrico è estremamente variabile e quindi si prevede un pozzo fino al substrato calcareo/calcareo-marnoso onde evitare che periodi di magra possano far scendere la soggiacenza della falda oltre la posizione della pompa. 3) Compatibilità con il piano di bacino e con i rischi idrogeologici Come noto l’area è soggetta all’alluvionamento da parte del Torrente Bisagno ed eventualmente anche da acque ruscellanti dalla prospiciente collina. Il Piano di Bacino prevede che i locali potenzialmente alluvionabili non possono essere destinati a residenza stabile di persone e quindi il locale garage ed il piano terreno sono soggetti a questo vincolo. Nelle norme è prevista la possibilità di mitigare questo rischio con opere o accorgimenti che lo riducano sostanzialmente (anche se nessun’opera può dare la certezza di azzerarlo). Si prevede, quindi, di operare, da un parte, con sistemi di allerta e sgombero soprattutto per i locali interrati e per la parte “aperta” a piano terreno, mentre per la parte “chiusa” verranno individuate opere (paratie, porte a tenuta, altri sistemi) in grado di garantire la minimizzazione del rischio almeno per le persone. Inserimento urbanistico dell’opera

Il fabbricato esistente ricade nella Tavola 38 del PUC di Genova in una zona di Distretto e Ambito n. 54 A , Stazione Brignole, mentre nella Tavola 38 della Zonizzazione e Suscettività d’Uso del Territorio, l’area rientra nella Zona B: Beta Aree Urbanizzate con Suscettività d’Uso limitate.
Nella scheda specifica dell’Ambito 54°, come indicato da pag 149 a 153 del Volume 2 del PUC di Genova, sono ammessi Servizi Pubblici e Servizi Privati e quindi l’intervento previsto è possibile come Destinazioni d’Uso. Per quanto riguarda le Prestazioni e i Parametri Urbanistici ed Edilizi, nel sub. settore 1 è prevista l’integrazione ed il potenziamento dei Servizi di Stazione con possibile inserimento di funzioni accessorie, poste in relazione con lo sviluppo e la diversificazione dei Servizi Ferroviari.
Previsioni infrastrutturali e relazione con il contesto: riorganizzazione dei collegamenti pedonali interni alla stazione e connessione con i sistemi di trasporto pubblico urbano e con Borgo Incrociati.
Prescrizioni particolari e livello puntuale di PTCP: gli esercizi di vicinato possono essere organizzati in forma di gallerie commerciali lungo i percorsi pedonali di connessione tra i sistemi di trasporto.
Modalità di attuazione: gli interventi sono subordinati ad una preventiva approvazione di un SAU esteso all’intera zona.
Norme transitorie: la sistemazione superficiale delle aree, anche temporanea, è consentita esclusivamente per le funzioni ammesse.
Autorizzazioni: l’intervento si qualifica come ristrutturazione edilizia (senza l’aumento di superficie abitabile, 20%max), mantenendo l’altezza massima attuale dei volumi in copertura.
Norme di Attuazione del Piano di Bacino: l’area ricade in “Acquifero Significativo”, in fascia A, la più elevata come rischio alluvionale. Il progetto non dovrà quindi aumentare la vulnerabilità rispetto a eventi alluvionali (a tal scopo si libera già parte del piano terra), non aumenta il carico insediativo dovuto a cambio di destinazione d’uso, l’intervento rientra nella ristrutturazione edilizia di fabbricati esistenti che non ricorrono alla demolizione e ricostruzione per l’esecuzione del progetto previsto. Mette in atto accorgimenti e attrezzature finalizzate a tutelare la pubblica incolumità.
Per quanto attiene al rischio sismico, essendo il fabbricato in Zona 3, andranno realizzate opportune verifiche dell’esistente ed integrazioni strutturali specifiche di progetto per far si che ad opera finita, il fabbricato nel suo insieme sia adeguato alla classe di rischio sismico in cui ricade.

Tipologia dei materiali previsti in progetto

Oltre ai materiali costituenti l’esistente conservato, principalmente la struttura in acciaio verticale ed orizzontale, i corpi scala, gli ascensori e gli impalcati dei solai in calcestruzzo e laterizio, tutti gli altri materiali saranno quelli della ristrutturazione. L’intervento prevede il consolidamento puntuale degli elementi strutturali e l’integrazione specifica per rendere la struttura attuale e compatibile con le normative antisismiche vigenti. Dopo la verifica statica e l’analisi dei materiali esistenti potranno essere impiegati in conformità al progetto strutturale, gli stessi materiali (acciaio e calcestruzzo) per le opere d’integrazione strutturale necessarie.
Gli elementi strutturali esterni quali i terrazzi e i supporti delle schermature e del verde saranno in acciaio Cor-Ten A.
Le impermeabilizzazioni delle coperture piane esistenti in membrana bituminosa armata distillato polimero, mentre le parti sotto tetto verde o acqua saranno in membrana poliestere.
Per gli impianti (tutti a vista negli ambienti interni), saranno utilizzati il più possibile componenti metallici, evitando le materie plastiche (dove possibile), per tubazioni, canali, scarichi, scatole e botole, chiusini, ecc. Gli scarichi dei bagni saranno in ghisa pesante a vista per evitare problemi acustici e facilità di manutenzione
Le strutture esistenti in acciaio trattate con intonaci o lana ignifuga saranno integrate con materiali analoghi e con vernici intumescenti nelle aree di contatto con gli utenti.
Gli impalcati grigliati in acciaio zincato a caldo/Cor-Ten A
Le protezioni solari verticali e orizzontali fisse in vetro opalino rifrangente ed elementi naturali.
I contenitori del verde (terriccio) ai vari piani in acciaio Cor-Ten A opportunamente “trattato” nella parte interna, per evitare contatti con il terriccio.
Per i serramenti esterni il Cor-Ten A ed elementi lignei
I vetri a camera e doppia camera di tipo stratificato (min 5+5, max 10+10) possibilmente extrachiari.
Le protezioni esterne mobili filtranti realizzate con tessuti metallici che hanno un’ottima resa.
Le pavimentazioni esterne delle parti pedonabili in materiali naturali: coccio pesto, terra stabilizzata, pietre di recupero, ghiaia e sabbia.
Le pavimentazioni interne in massetto di calce idraulica e calcestruzzo con inerti riciclati, trattati con cere ed oli naturali di finitura. Alcune aree interne pavimentate in bamboo.
I rivestimenti dei bagni realizzati con intonaci a calce naturale e finitura a smalto a base di oli e resine vegetali e pannelli di bamboo naturale.
Le pareti interne per la realizzazione dei servizi saranno in laterizio pieno o forato con intonaci a calce naturale o calce idraulica a seconda dei casi.
Per l’isolamento termico delle pareti saranno utilizzati il sughero, le fibre di legno e la cellulosa. Pannelli in bamboo naturale e in vetro per realizzare pareti mobili e porte interne. Anche gli arredi fissi dove previsti (reception, ecc.) saranno realizzati con pannelli di bamboo naturale.
Gli isolanti acustici per calpestio in gomma riciclata. Internamente saranno predisposti pannelli verticali d’isolamento acustico e rivestimenti di pareti verticali con tessuti di canapa.
Per l’isolamento dei pavimenti dei terrazzi e delle coperture sarà invece impiegato vetro cellulare.
Il pilotis del piano terra sarà isolato con sughero intonacato con calce idraulica armata con canapa, reti di acciaio e cannicci.
I parapetti in genere saranno realizzati con montanti metallici in profilati aperti di Cor-Ten A saldati in opera, con teli di rete a maglia romboidale in trefoli di acciaio inox.
Le vernici di protezione e di finitura, dove necessarie, saranno di calce naturale e gli smalti a base di oli e resine vegetali.

Bioedilizia

Il progetto tiene conto delle prescrizioni di bioedilizia in tutti i suoi aspetti e in particolare:
1) Utilizza materiali come sughero, fibre di legno, fibra di cellulosa e vetro cellulare: si tratta di materiali riutilizzabili, adoperati per realizzare orizzontamenti e pareti isolanti.
2) Impiega isolanti naturali e coibenta l’intera struttura mediante pannelli in fibra di legno, doppi telai nei serramenti, doppi o tripli vetri: il tutto allo scopo di avere un eccellente isolamento sia dal punto di vista termico sia dal punto di vista acustico.
3) Utilizza vernici naturali da impiegare nella tinteggiatura esterna e interna.
4) La produzione di acqua calda è garantita da collettori solari dotati di pompa di circolazione e da collettori solari con serbatoio integrato a circolazione naturale.
5) Riduttori di flusso applicati ai rubinetti, sistemi di raccolta e reimpiego delle acque piovane per l’irrigazione e i bagni, pre – depurazione delle acque di scarico.
5) Energia elettrica
-pannelli solari fotovoltaici in copertura e parte delle facciate esposte
– impianti eolici in copertura e nelle aree adeguate delle facciate
-generatori di energia elettrica a pressione pedonale nelle aree di transito principale.
6)Energia termica a basso consumo energetico
– ventilazione naturale integrata con ventilazione meccanica a basso consumo
– schermature solari sia attive che passive
7) Raccolta differenziata con appositi contenitori dove mettere i vari tipi di rifiuti.
8) Mobilità intelligente sia interna che esterna, mobilità elettrica e ciclabile
9) Riduzione dell’inquinamento con opere di esecuzione senza materiali chimici sinora adoperati in larghissima parte nell’edilizia.
10) Utilizzo di materiali e tecnologie tradizionali, affiancati da prodotti di alto contenuto innovativo e qualitativo
11) Uso del verde sia in interno sia in esterno

Innovatività delle soluzioni adottate

Protezione solare passiva-attiva, in cui è inserito il Verde, indispensabile per migliorare la qualità degli ambienti lavorativi e contribuire a conferire naturalità a Piazza Raggi, oggi completamente mineralizzata

Impianto di free-cooling a tetto liquido con freecooling notturno ad attivazione delle masse edilizie inerziali, caratterizzato da prestazioni estive eccellenti. I sistemi basati sull’attivazione termica delle masse edilizie sono molto diffusi al centro e Nord Europa nei paesi caratterizzati da climi continentali con forti escursioni termiche giorno/notte. Tali sistemi sono invece difficilmente applicabili alle latitudini italiane soprattutto nelle città metropolitane con stagnazione termica, ma trovano valida applicazione in località marittime caratterizzate da brezze notturne e cieli prevalentemente sereni come nel caso di Genova.
Grazie ai dati climatici orari è stata verificata la congruenza tra l’energia termica accumulabile principalmente dai solai laterocementizi durante il giorno e l’energia dissipabile gratuitamente con un particolare sistema evaporativo durante la notte (tetto liquido), il cui livello termico è stato simulato grazie a specifici modelli matematici. La prima verifica di fattibilità ha avuto esito positivo. (Sistema radiante a bassissima temperatura)

Energy harvesting per lo sfruttamento di piccole quantità di energia a costo zero sta diventando interessante nell’ottica dell’autoproduzione e delle smart grid.
La proposta per parte degli spazi comuni e connettivi verso i mezzi pubblici è quella di sperimentare una della forme di energy harvesting più promettenti, consistente nel recupero dell’energia derivata dai passi dei visitatori mediante l’uso dei SEF (smart energy floor).
Il sistema converte l’energia di un passo in energia elettrica, mediante principi d’induzione elettrica e piezoelettrica, utilizzando bobine di rame e magneti.

Impianto di Illuminazione normale e di emergenza: sarà progettato in ragione dei livelli d’illuminamento di cui alla UNI EN 12464-1 del 2011, utilizzando apparecchiature con sorgente luminosa a LED e dotati di sistema di controllo tipo DALI. Il sistema proposto sarà basato sulla comunicazione tra sensori che invieranno comandi, controlli o regolazioni ad altri dispositivi domotici. Si prevede l’installazione di pulsanti, rivelatori di movimento o presenza, unità touch-screen che rileveranno una grandezza fisica e la codificheranno su segnale bus. Grazie a questo sistema la gestione dell’illuminazione sarà caratterizzata da un incremento del comfort e del risparmio energetico, potendosi prevedere scenari differenziati in funzione delle esigenze di utilizzo e, per esempio, dimmerizzazioni nei vari ambienti in funzione della quantità di illuminazione diurna, spegnimenti automatici in mancanza di personale all’interno degli ambienti, ecc..
– L’illuminazione di emergenza dei vari ambienti si svilupperà in ottemperanza alla Norma UNI EN 1838 e al DM 18/9/2002 con apparecchi con sorgente luminosa LED, con alimentazione a bassissima tensione (24V) centralizzata con utilizzo di soccorritori installati nei locali tecnici di piano e/o di zona. Le centrali avranno funzione sia di alimentazione sia di sorveglianza di ogni singola lampada attraverso un unico cavo resistente al fuoco tipo FTG10OM1-0,6/1kV. Le centrali saranno interconnesse, attraverso rete LAN, ad un software centralizzato su PC che permetterà il controllo costante di tutto il sistema permettendo anche le verifiche periodiche di Legge.

Generatori eolici: sarà meglio valutata in sede di preliminare l’efficienza dei generatori in situazione reale. Per ora si è ipotizzato un uso parziale a livello delle coperture in corrispondenza dei pannelli fotovoltaici. Tali sistemi non sembrano al momento rientrare nelle ipotesi di costi considerati da IREN.

Qualità dei contenuti tecnici e tecnologici per il raggiungimento dei requisiti NZEB

NZEB e Raffrescamento estivo
Il raggiungimento delle prestazioni energetiche corrispondenti alla Classe A4 risulta essere tutto sommato semplice per quanto riguarda il riscaldamento invernale e la produzione di acqua calda sanitaria grazie da un lato ai notevoli carichi interni e dall’altro al basso fabbisogno di ACS della destinazione d’uso uffici, ma diventa una sfida rilevante per quanto riguarda il raffrescamento estivo.
La riduzione del fabbisogno di raffrescamento passa necessariamente attraverso un’attenta progettazione geometrica dell’edificio con particolare attenzione alle schermature solari che saranno il più possibile di tipo passivo (aggetti, sporti o setti fissi) o demandati al verde a foglia caduca e non, soprattutto sugli orientamenti est e ovest. Solo in ultima analisi si prenderanno in considerazione schermature mobili manovrabili dagli utenti (o automatizzate) in quanto la loro efficacia è appunto funzione di un fattore umano non controllabile.
Tuttavia, a causa dei rilevanti carichi interni (persone, apparecchiature e illuminazione), anche azzerando i carichi solari esterni non sarebbe possibile raggiungere la prestazione richiesta. La proposta del gruppo di progettazione si sviluppa pertanto su due fronti:
– Ridurre a minimo i carichi estivi durante la fase diurna dissipando quanto più possibile il calore accumulato di giorno durante la notte (Freecooling delle masse edilizie inerziali)
– Applicare strategie di regolazione del sistema edificio impianto secondo logiche di “Comfort adattativo” (Dear e Brager) anziché del comfort “classico” (Fangher) permettendo alle temperature interne di fluttuare anche in funzione di quelle esterne, evitando sbalzi termici esagerati tra ambienti interni ed esterni.

Isolamento termico e tenuta all’aria
Dal punto di vista dell’involucro l’edificio si presenta con un ottimo fattore di forma. Si prevede di raggiungere un grado d’isolamento termico eccellente, al fine di compensare i maggiori consumi estivi con minori consumi invernali.
In realtà oltre l’isolamento termico, per raggiungere l’obiettivo NZEB sarà indispensabile garantire una perfetta tenuta all’aria dell’involucro edilizio. L’ingresso indesiderato nell’ambiente climatizzato di aria fredda d’inverno e calda d’estate causa un incremento anche importante (fino a +20-25%) dei consumi energetici in un edificio ad alte prestazioni. Ciò è dovuto a due effetti: uno diretto, relativo all’ingresso in ambiente di una portata d’aria non climatizzata che rappresenta un carico termico cui l’impianto deve far fronte, ed uno indiretto, legato alla riduzione del potere isolante dei materiali costituenti l’involucro stesso. Ad esempio, durante l’inverno, in presenza di infiltrazioni, può accadere che i flussi d’aria fredda vadano a lambire il lato “caldo” dello strato di isolamento riducendone la temperatura e vanificandone di fatto l’effetto isolante.
Durante la stagione estiva inoltre, la tenuta all’aria risulta ancor più importante in quanto le imperfezioni dell’involucro causano una migrazione del vapore verso l’ambiente interno molto accentuata che rende difficoltoso il controllo dell’umidità relativa interna da parte dell’impianto, con conseguenti problemi di discomfort termoigrometrico per gli utenti, i quali rischiano di trovarsi in un ambiente fresco, ma troppo umido e con alti consumi, anziché più caldo ma secco e con consumi minori.

Illuminazione naturale e artificiale
Nonostante la presenza delle schermature solari, secondo la logica “NZEB e Raffrescamento estivo”, si garantirà il massimo apporto di luce naturale possibile. La notevole profondità della manica del fabbricato influenzerà la scelta degli apparecchi illuminanti con il criterio della massima efficienza e modulabilità possibile in funzione dell’apporto di luce naturale e della presenza di persone, in modo tale da limitarne il consumo che “pesa” sul calcolo della classe energetica complessiva.

Luce dinamica
Il sistema di regolazione della luce artificiale prevederà il cambiamento dinamico della stessa che gestisce la temperatura di colore dell’apparecchio LED, lungo la curva di PLANCK da 2.700K a 6.500K da una luce calda a una luce fredda.
Il sistema riproduce i ritmi naturali della luce in ogni spazio interno, determinando numerosi benefici per l’organismo umano, quali regolazioni del bioritmo, miglioramento dell’umore e aumento della produttività.

Impianto di free-cooling a tetto liquido
Nella prima fase del presente studio preliminare, per contestualizzare correttamente l’intervento e approfondire l’analisi energetica sono stati analizzati non solo i consueti dati climatici medi mensili e di picco, ma sono stati acquistate e analizzate le serie storiche di dati climatici di Genova CON DETTAGLIO ORARIO, concentrando l’attenzione in particolar modo sulla combinazione tra temperatura dell’aria, umidità relativa e velocità del vento.
La simulazione in regime dinamico della vasca d’acqua posta sul tetto è basata sul modello misto numerico/sperimentale A.Muraca, F.Laini “Thermal behaviour of a swimming pool, theoretical analysis and experimental research”. I dati climatici utilizzati per il calcolo sono i dati meteo IWEC (International Weather For Energy Calculations, ASHRAE) relativi alla stazione metereologica di Genova Sestri.
10 Tipologia degli impianti e Utilizzo di sistemi di energia alternativa

La prestazione Energetica richiesta dell’edificio dopo la riqualificazione è corrispondente alla Classe A4 del D.M. 26/06/2015, il che comporta di ridurre drasticamente il fabbisogno globale di energia primaria non rinnovabile (Epgl,nren) ad un valore minore o uguale al 40% di quello dell’edificio di riferimento. I servizi energetici da considerare per l’edificio in oggetto sono tutti quelli indicati dal decreto stesso ovvero: Climatizzazione Invernale ed estiva, Ventilazione, Acqua calda sanitaria, Illuminazione e Trasporto di persone o cose (ascensori).
Tale obiettivo, per un edificio con destinazione d’uso uffici è straordinariamente impegnativo da raggiungere, non tanto dal punto di vista del calcolo, quanto dal punto di vista dell’utilizzo reale. I modelli matematici utilizzati nel calcolo del consumo degli edifici sono infatti fortemente inadatti alla simulazione di edifici NZEB, il cui costo di gestione è influenzato in modo considerevole dalle logiche di regolazione degli impianti e dal fattore umano. Si corre quindi spesso il rischio di porre la massima attenzione sulla progettazione del sistema edificio impianto per scoprire in fase di gestione che i maggiori costi sono imputabili proprio alla mancata ottimizzazione delle strategie di regolazione degl’impianti a loro volta influenzate dalla non corretta gestione delle richieste degli utenti, che portano in deriva i consumi reali.

Centrale di generazione del calore e del freddo
Per la climatizzazione degli ambienti si prevede di utilizzare un sistema di generazione del caldo e del freddo del tipo IBRIDO costituito da pompe di calore aria/acqua abbinate a caldaie a gas metano.
Durante l’INVERNO le pompe di calore svolgono la funzione di riscaldamento ambienti mediante il sistema radiante a bassissima temperatura ad attivazione delle masse edilizie garantendo efficienze di generazione molto alte, con risparmi dell’ordine del 25% rispetto a sistemi tradizionali (vedi grafico che segue). Le caldaie forniscono invece acqua a media temperatura per l’alimentazione del sistema a fancoil che provvede alla regolazione “fine” delle temperature ambiente solo dove necessario.

Durante l’ESTATE la gran parte del carico frigorifero sensibile sarà smaltito dal sistema di freecooling (vedi paragrafo specifico) mentre la quota rimanente di deumidificazione (latente) sarà fornita dalle stesse pompe di calore in funzione refrigerazione. Grazie alla combinazione dei due sistemi si stima di ottenere un risparmio di gestione intorno al 40%.
L’acqua calda sanitaria sarà prodotta attraverso una quota di energia termica a media temperatura (caldaia) e un piccolo sistema solare termico, vista il modesto fabbisogno della destinazione d’uso uffici.

Terminali ambiente: Sistema radiante ad attivazione delle masse edilizie
Si prevede di realizzare un sistema radiante ad attivazione delle masse edilizie inerziali costituito da tubazioni tipo impianto radiante industriale a completa copertura di tutti i solai dell’edificio, ricoperto con un massetto di 12-15 cm in grado di aumentarne considerevolmente la massa. La portata dei solai è già stata verificata ed appare compatibile con tale sovraccarico.
Tale sistema in inverno è gestito a bassissima temperatura e non viene utilizzato come un normale impianto a pavimento / soffitto radiante il cui massetto può arrivare a 27-28°C. La gestione a temperatura inferiore è infatti indispensabile perché negli edifici a bassissimo consumo come gli NZEB soprattutto se con destinazione d’uso uffici l’intermittenza di utilizzo e la variabilità dei carichi produrrebbero spesso condizioni di surriscaldamento degli ambienti. Nei locali con medio / alto affollamento infatti, con gli impianti radianti tradizionali è necessario portare gli ambienti in regime di comfort prima dell’arrivo delle persone ovvero ad ambienti vuoti riscaldando i pavimenti fino a 27-28°C a seconda della stagione per ottenere 21-22°C ambiente. Dopo l’arrivo delle persone però l’apporto di calore dovuto all’affollamento fa schizzare le temperature oltre i 22°C e tutta la massa del pavimento ormai caldo, seppur non più riscaldato, continua ad emettere calore per ore ed ore finché la temperatura ambiente non bilancia quella del massetto, il che potrebbe determinare sovratemperature oltre i 25°C.
Secondo analogo principio, in estate il sistema verrà gestito a temperature non particolarmente basse mantenendo una situazione di alto comfort e stabilità della temperatura ambiente (vedi paragrafo “Impianto di freecooling ad attivazione delle masse edilizie”)

Terminali ambiente: Ventilconvettori di supporto
Il sistema radiante è coadiuvato da un sistema a ventilconvettori di capacità ridotta che in inverno provvede a fornire la sola quota di riscaldamento di supporto e in estate garantisce la deumidificazione latente che accompagna la quota sensibile garantita dai solai radianti. Tale sistema è costituito da ventilconvettori idronici canalizzabili posizionati a vista a soffitto con diffusori del tipo a canale microforato ad alta induzione per evitare discomfort localizzato da getti d’aria diretti.

Trattamento Aria
L’impianto è completato da un sistema di ricambio dell’aria autonomo per ogni piano o semipiano costituito da unità di trattamento aria ad alta efficienza con recuperatore entalpico e relative canalizzazioni sempre a vista del tipo a canale microforato omogeneo con quello di cui al punto precedente.

Impianto di freecooling a tetto liquido
Sulla scorta della analisi energetiche condotte è stata elaborata una soluzione particolarmente efficiente ed innovativa costituita da:

1) Una piscina di 1000 m2 con un battente di appena 10 cm d’acqua che costituisce il tetto dell’edificio e copre circa il 50% della superficie coperta. La capacità di dissipazione in una notte serena media estiva con una brezza a 5 m/s arriva a 120-130 kWf.
2) Un pergolato a copertura di tutta la superficie d’acqua posizionato a circa 2,5-3 m di altezza che svolge la doppia funzione di generatore fotovoltaico di potenza 80 kWep (160 kWep in caso di copertura completa del tetto) e di ombreggiamento della superficie d’acqua stessa, in modo da evitare il surriscaldamento estivo in fase diurna.
3) Un pozzo da realizzarsi, il cui emungimento sarà utilizzato sia per ripristinare il livello della vasca sul tetto per compensare l’evaporato, sia per alimentare la rete di acqua non potabile a servizio degli sciacquoni dei WC. Il pozzo sarà caratterizzato da una modestissima portata (MAX 15 m3/gg – 0,5 lt/sec)
4) Un sistema di circolazione dell’acqua della piscina con scambiatore di calore a basso approccio (1°C) che scambia calore tra il circuito aperto della piscina e il circuito chiuso degli impianti radianti.

Il sistema durante l’estate e nelle mezze stagioni quando l’esigenza di raffrescamento è ancora presente soprattutto negli edifici per uffici funziona in questo modo:

1) Durante la notte, una piscina di 1000 m2 (circa il 50% della superficie coperta) con un battente di appena 10 cm d’acqua si raffredda per effetto evaporativo, convettivo e conduttivo raggiungendo temperature fino a 19,7°C nel giorno medio estivo.
2) L’acqua contenuta nella piscina, così raffreddata a costo zero, scambia calore con un circuito idraulico chiuso di raffreddamento dei solai (tipo impianto radiante a pavimento) che nel corso della notte con il consumo della sola pompa di circolazione porta i solai ad una temperatura sotto ai 23°C.
3) L’acqua evaporata viene ripristinata con acqua prelavata da un pozzo da realizzarsi
4) La mattina i solai sono dunque molto freschi con una temperatura al di sotto dei 23°C. Durante il giorno i solai accumulano lentamente il calore derivato dei carichi interni ed esterni riscaldandosi di appena 4°C nel corso delle 10 ore lavorative, portandosi quindi da una temperatura di 23°C la mattina ad una temperatura di 27°C la sera. Durante questa fase, quasi tutta la quota di raffreddamento latente viene fornita dal sistema “radiante” del solaio cementizio che è “a vista” sia lato pavimento (estradosso) che lato soffitto (intradosso) in modo da massimizzare la superficie di contatto con l’ambiente e quindi lo scambio termico. Questa grande massa fresca, durante l’arco della giornata impedisce il surriscaldamento degli ambienti che invece normalmente avviene a causa dei controsoffitti e dei pavimenti galleggianti normalmente utilizzati negli edifici per uffici che “blocccano” la capacità dei solai di moderare la pendolazione termica degli ambienti.
5) La sera il ciclo di raffreddamento ricomincia.

Il sistema durante l’inverno funziona invece in questo modo:
1) Il sistema radiante incorporato nei solai (descritto per la fase estiva) funziona con acqua a bassissima temperatura mantenendo la massa dei solai a temperatura costante di 22-23°C e gli ambienti conseguentemente a 18-19°C
2) Il sistema a ventilconvettori compensa invece la differenza con la temperatura di comfort di 21-22°C in modo rapido ed efficace, seguendo puntualmente le necessità localizzate area per area.
Da questa analisi, considerando le caratteristiche peculiari dell’edificio e le possibilità di intervento è maturata l’idea di poter realizzare un sistema edificio/impianto basato sul freecooling notturno ad attivazione delle masse edilizie inerziali, caratterizzato da prestazioni estive eccellenti.

Energy harvesting
Ogni mattonella che costituisce il modulo è in grado di generare una tensione di 12 volt DC e fino a 7 Watt di potenza per passo umano medio, energia sufficiente a far brillare per 30 secondi un lampione a LED. Le dimensioni delle mattonelle sono di 0,6 m x 0,45 x 0,082 m e sono costituiti da circa 90% di materiali riciclati con una flessione al centro della mattonella di massimo 5 mm.

Impianto di distribuzione fluidi termovettori con extraisolamento
Negli edifici NZEB il valore percentuale delle dispersioni di rete REALI può arrivare al 25-30% del fabbisogno per climatizzazione, contro il 5% standard di norma. Il progetto prevedrà quindi la realizzazione di nuove dorsali di distribuzione dei fluidi termovettori per la quali verrà posta la massima attenzione alle dispersioni di rete, con la realizzazione di un isolamento termico maggiorato (vedi foto). Ad ogni piano verrà inoltre interrotto l’effetto camino che si sviluppa negli interstizi tra tubazioni e il cavedio dovrà avere un ottimo livello di tenuta all’aria. L’obiettivo è che le dispersioni di rete vengano contenute entro i 5 kWh/m2 anno.

Recupero acque piovane a gravità
La grande vasca sul tetto dell’edificio che ha come scopo primario quello di dissipatore di calore nella stagione estiva ha in realtà un’altra importante funzione ovvero quella di volume di accumulo della acque piovane. Tale volume pari a 100 m3 è in grado di coprire circa il 40% del fabbisogno di acqua recuperata per l’irrigazione del verde e l’alimentazione della rete di acqua riciclata che serve le cassette di scarico dei WC. La vasca è inoltre per la gran parte all’ombra e quindi non c’è pericolo di surriscaldamento che la renderebbe non idonea all’utilizzo irriguo.
Il grande vantaggio di avere una vasca posizionata sul tetto è quello di eliminare completamente la necessità di installazione e manutenzione di un di un grande volume di accumulo ma soprattutto di gruppo di pressurizzazione delle acque riciclate. Il costo di gestione e manutenzione di tali gruppi infatti molto spesso è superiore al risparmio economico derivato dal riciclo delle acque piovane che se da un lato è ambientalmente e eticamente sostenibile, dall’altro crea esternalità negative dal punto di vista dei costi.
Ascensori rigenerativi
Si prevede di utilizzare nuovi ascensori con inverter rigenerativo in grado di produrre energia elettrica gratuita in fase di frenata della cabina ascensore. Questa opzione consente di restituire all’edificio gran parte dell’energia elettrica consumata per la movimentazione degli ascensori, riducendo fino al 50% la spesa per la relativa gestione energetica.

Criteri Ambientali Minimi (CAM)

Il progetto tiene conto delle linee indicate nel Decreto 11 gennaio 2017 in merito alla sostenibilità ambientale, al fine di raggiungere l’obbiettivo nazionale relativo al risparmio energetico e per il conseguimento degli obbiettivi nazionali del piano d’azione di sostenibilità ambientale, dell’impiego efficiente delle risorse, della promozione dei modelli di produzione e di consumo sostenibile e circolare, sia in fase di progettazione che di esecuzione e gestione del cantiere.
– Tutela del suolo
In merito a tale punto la scelta di conservare e trasformare l’edificio esistente va a vantaggio del criterio della non impermeabilizzazione di nuove superfici di suolo naturale.
– Inserimento naturalistico e paesaggistico
L’introduzione di aree verdi sia al piano terra che a tutti i piani del fabbricato, vanno nella direzione di un recupero della natura in territori urbanizzati.
– Sistemazione delle aree a verde
Nei giardini e nelle aree verdi ai vari piani ed esterne al fabbricato, sono state utilizzate alberature, arbusti, cespugli, piante tappezzanti e rampicanti, alberi da frutto, fiori, che richiedono basso consumo di acqua, sono compatibili con il clima genovese (autoctone), hanno polline a basso potere allergenico. Favoriamo piante femminili o sterili, sono state evitate piante urticanti o spinose, con apparato radicale nel fusto e nelle fronde particolarmente robuste per resistere meglio agli effetti degli eventi meteorici intensi (venti, piogge, ecc).
– Riduzione del consumo del suolo e mantenimento della permeabilità dei suoli
Il progetto non prevede aumenti della superficie utilizzabile del fabbricato esistente o aumenti del fabbricato in senso lato, prevede invece la trasformazione di parte della superficie del lotto ora impermeabile in superficie permeabile pari al 70% (aree di contorno e parte del piano interrato con elementi grigliati), prevede una superficie a verde pari al 100% della superficie non edificata del lotto di proprietà, garantisce una superficie a verde totale pari al 20% della superficie totale utile ai vari piani (pari al 100% della superficie del lotto), garantisce un’area a verde pubblico al piano terra pari al 30% del lotto con una copertura arborea del 60% ed arbustiva del 30% con specie autoctone entomofile. Per le aree pedonali, ciclabili e carrabili, saranno impiegati materiali naturali quale ghiaia e pietre, terra stabilizzata, coccio pesto, griglie aperte in materiali riciclati.

– Approvigionamento energetico
Al momento attuale è stato escluso l’uso di centrali di cogenerazione data la posizione del fabbricato nel contesto, ma potrà essere rivalutato in sede di preliminare. Uso di pannelli fotovoltaici in copertura e in parte delle facciate (parte delle schermature orizzontali e verticali), uso dei medi generatori eolici in copertura e dei micro in parte delle facciate più esposte ai venti. Collettori solari termici a concentrazione tubolare per la produzione dell’acqua calda necessaria in parte della copertura e delle facciate. Sono stati esclusi impianti geotermici per mancanza di superficie disponibile di proprietà e per scarsità di spazio dissipante. Saranno utilizzate pompe di calore ad alto rendimento e a basso consumo con dissipatori ad aria e acqua (copertura ad acqua). La quota di copertura energetica con fonti rinnovabili per la parte termica sarà quasi totale.
– Riduzione dell’impatto sul microclima e dell’inquinamento atmosferico
Realizzazione delle superfici a verde che garantiscono l’assorbimento delle emissioni inquinanti in atmosfera e favoriscono l’evapotraspirazione, sia al piano terra che a tutti i piani, compresa la copertura, per una superficie totale pari a circa 2.000mq equivalenti. Come già dimostrato in interventi analoghi la presenza del verde in tali condizioni favorisce un microclima migliore. Uso di essenze autoctone, gestione dell’irrigazione programmata con sistemi a goccia con acqua piovana recuperata e superfici esterne pavimentate di materiali drenanti.
Tetti verdi in copertura dell’ultimo piano, uso della copertura ad acqua, per le parti di copertura opaca uso di materiale con SRI pari a 35.
– Riduzione dell’impatto sul sistema idrografico superficiale e sotterraneo
Per quanto riguarda il Bisagno è previsto il terzo Lotto per la messa in sicurezza del fiume; ad oggi va rispettato il Piano di Bacino che prevede la costruzione di paratie o la sopraelevazione. Si è optato per la liberazione di parte del piano terra per ragioni di sicurezza. Al piano interrato, adibito a parcheggio, la rimozione della pavimentazione impermeabile e l’uso di un pavimento a griglia drenante, favorirà la permeabilità della superficie (da valutare con la Committenza), ovvero, in alternativa sarà predisposto un pozzo perdente per lo smaltimento dell’acqua piovana in eccesso. Realizzazione di un impianto di depurazione delle acque di prima pioggia da superfici carrabili quali le rampe dell’interrato. Eventuale utilizzo di troppo pieno e canali naturali per il convogliamento delle acque di sversamento durante le piogge eccezionali, convogliate in apposite aree per la depurazione anche naturale tramite ghiaie, sabbie, filtri a carbone, ecc. (acque eccedenti tutte quelle recuperate per l’irrigazione e l’uso nei bagni).
– Raccolta, depurazione e riuso delle acque meteoriche
Il progetto prevede la realizzazione di una rete separata per la raccolta delle acque meteoriche da raccogliere in vasche posizionate a livello della copertura, di capacità pari a 100mc, per il riutilizzo irrigativo e dei bagni. Sarà valutata la possibilità di utilizzare la stessa acqua anche come accumulo antincendio (se necessario). Le acque delle rampe carrabili e delle superfici inquinate saranno soggette a depurazione, disoleazione e condotte nella rete delle acque meteoriche.
– Rete d’irrigazione delle aree verdi Il progetto prevede l’uso d’impianti a goccia gestiti da centraline singole, area per area e piano per piano, differenziate per esposizione solare, gestite complessivamente in remoto e in centrale di controllo, alimentate dalla riserva di accumulo acqua piovana, con pompe elettriche alimentate da fotovoltaico (opere non comprese nelle somme a disposizione di IREN).
– Aree di raccolta e stoccaggio materiali e rifiuti Sono state previste al piano terra, accessibili direttamente dalle vie pubbliche, chiuse in appositi recinti ventilati naturalmente, appositi spazi per il conferimento dei rifiuti del fabbricato nei contenitori differenziati per la carta, il vetro, i metalli, la plastica, il secco e l’umido. Le aree sono accessibili da parte degli utilizzatori del fabbricato e dalle società di raccolta comunale.
– Sottoservizi/canalizzazioni per infrastrutture tecnologiche.
Al piano terra e al piano interrato saranno predisposte canalizzazioni, cavedi, botole d’ispezione, chiusini, ecc., in cui collocare tutte le reti tecnologiche in progetto, suddivise per tipologie, prevedendo uno spazio libero pari al 30% per nuove reti e ampliamenti futuri.
– Rapporto sullo stato dell’ambiente
In fase di progetto preliminare e di fattibilità, a seguito dei sondaggi e dei rilievi, sarà redatto apposito Rapporto.

Specifiche Tecniche dell’Edificio
Diagnosi energetica.
In sede di progetto definitivo sarà effettuata un’ analisi dello stato di fatto del fabbricato con una diagnosi energetica dell’esistente per individuare la prestazione energetica sulla stima dei consumi e poterla comparare con le soluzioni di progetto. Sarà redatta una relazione dei costi benefici del prima e del dopo intervento.
Prestazione energetica
Il fabbricato ristrutturato garantirà una prestazione energetica di cui al DM 26 giugno 2015, allegato 1 par.3.3 punto 2 lett. b). Adeguate condizioni di confort termico degli ambienti interni attraverso una capacità termica aerica interna periodica (Cip), riferita ad ogni singola struttura opaca dell’involucro esterno di 40 kJ/m2K.
Approvigionamento energetico
Le ipotesi di progetto garantiscono che il fabbisogno energetico complessivo dell’edificio sia soddisfatto da fonti energetiche rinnovabili, con pompe di calore, per il quasi totale fabbisogno termico.
Risparmio idrico
Recupero dell’acqua piovana e stoccaggio per irrigazione e bagni. Sistemi di riduzione dell’acqua di flusso su tutti i rubinetti e sugli scarichi dei bagni. Controllo della portata e riduzione della temperatura dell’acqua calda (max. 30° nei bagni uffici). Impiego delle cassette dei bagni a doppio scarico aventi scarico completo 6lt e scarico ridotto 3lt. Monitoraggio dei consumi idrici con contatori ai piani e per unità di destinazione.

Qualità ambientale interna
1 Illuminazione naturale
Fattore medio di luce diurna maggiore del 2% nelle aree ad ufficio, garantito da una buona esposizione alla luce solare, con la presenza di grandi vetrate laterali. Posizionamento delle vetrate sud, sud-est e sud-ovest, in modo da permettere l’ingresso della luce e della radiazione solare diretta in inverno e garantire apporti senza impedimenti fissi. Posizionamento di elementi rifrangenti la luce, verticali ed orizzontali per migliorare l’illuminazione naturale interna senza generare abbagliamento.
2 Aerazione naturale
Il progetto tiene conto della ventilazione naturale garantita dai venti dominanti, con direzioni, portate, intensità, mediante sistemi di captazione convogliamento ed espulsione dell’energia termica per dissipazione (copertura). Uso di sistemi di controllo della ventilazione naturale per il “lavaggio” delle pareti e dei soffitti, mediante apertura controllata di parte dei serramenti esterni per favorire il tiraggio naturale, controllato da sensori intelligenti. Utilizzo della ventilazione naturale dei corpi scala, dei cavedi verticali per limitare il riscaldamento degli ambienti nella stagione estiva. Utilizzo dell’effetto termico degli spazi tampone per preriscaldare l’aria di presa esterna in situazione invernale. Recupero del calore dell’aria in espulsione con insufflaggio nelle aree verdi per sovralimentare di CO2 gli elementi vegetali.
3 Dispositivi di protezione solare
Utilizzazione di schermature solari fisse e mobili, orizzontali e verticali, verde a foglia caduca, vetri rifrangenti, tende filtranti, grigliati di maglia, inclinazione ed orientamento adeguato, al fine di proteggere dall’insolazione diretta le superfici vetrate in estate e mezze stagioni, ma permettere l’apporto solare diretto in inverno.
4 Inquinamento elettromagnetico indoor
Al fine di ridurre l’esposizione indoor a campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF), i quadri elettrici, i contatori e le colonne montanti saranno posizionati in periferia ai fabbricati, non a contatto di uffici, in adiacenza alle colonne verticali dei cavedi, delle scale e degli ascensori, a lato dei servizi igienici. La distribuzione al piano sarà effettuata a stella, ad albero e a lisca di pesce, mantenendo i conduttori adiacenti ed affiancati con il minimo tragitto. Per ridurre le alte frequenze (RF), sono previsti sistemi di trasferimento dati via cavo e tecnologia PLC.
5 Emissione dei materiali
Utilizzo di vernici e pitture ad acqua prodotte con materiali naturali (calce, oli naturali, leganti biologici ecc.). Non sono previsti pavimenti e rivestimenti in laminato o flessibili. Trattamento delle superfici di pavimento e rivestimento (bagni) con smalti, resine e cere naturali. Utilizzo di materiali naturali per l’isolamento termico ed acustico (principalmente massa). Utilizzo di materiali naturali o riciclati, non trattati e riciclabili per serramenti interni ed esterni (ferro, ottone, legno SFP). Utilizzo di sigillanti e impermeabilizzanti a basso contenuto di DBP e DEHP (inferiore 1mg/kg).
6 Comfort acustico
Rispetto degli standard acustici passivi, grazie alla grande massa dei solai e delle partizioni verticali fisse (scale, ascensori, cavedi) e del forte spessore delle vetrate esterne (doppio, triplo vetro (stratificati), spessore minimo 5+5mm).
Trappole acustiche nei cavedi e nelle canalizzazioni, scarichi pesanti per le discese, silenziatori per le ventilazioni. Controllo del tempo di riverberazione interna agli ambienti e dello STI mediante uso di assorbitori e posizionamento delle “superfici verticali” inclinate per evitare riverberi.
7 Confort igrotermico
Benessere termo igrometrico interno ottenuto mediante uso dell’inerzia termica, ventilazione naturale e forzata controllata a portata variabile, canali di ventilazione ad alta induzione e a bassa velocità, sensori di temperatura, umidità e CO2 con relativa influenza sul sistema di controllo termo igrometrico (vedi relazione specifica sulle previsioni impiantistiche).

Radon
Sarà condotta un’analisi dello stato di fatto con verifica della presenza di Radon negli interrati. Trattandosi di autorimessa aperta la ventilazione naturale del piano interrato e del piano terra favorirà una naturale evacuazione dell’eventuale radon libero.

Piano di manutenzione dell’opera
Sarà redatto in fase di progetto esecutivo il piano di manutenzione dell’opera che preveda le operazioni da effettuare periodicamente per il mantenimento delle prestazioni, i tempi di sostituzione delle attrezzature previste, le verifiche da effettuare per garantire il rispetto dei parametri di confort ambientale, la verifica in situ della rispondenza del fabbricato alle attese e la soddisfazione degli utilizzatori.

Fine vita
Redazione in fase di una breve relazione di disassemblaggio e demolizione selettiva dell’opera a fine vita per permettere il riciclaggio dei materiali (tutti i materiali utilizzati nell’intervento di recupero), dei componenti edilizi e degli elementi prefabbricati utilizzati. La relazione indica il peso dei materiali prefabbricati o riciclabili riutilizzabili a fine cantiere, rispetto al totale dell’edificio (in linea previsionale superiore al 80%).
Disassemblabilità. Il progetto d’intervento prevederà l’uso di componenti edilizi e di elementi prefabbricati, esclusi gli impianti, sottoposti a demolizione selettiva e riciclabili e riutilizzabili pari a 80% di cui il 30% è costituito da materiali non strutturali. In corso di sviluppo del progetto esecutivo saranno elencati i materiali riciclabili e riciclati con il peso definitivo rispetto al totale dei materiali utilizzati per l’edificio.

Materia recuperata e riciclata
Il contenuto di materia recuperata o riciclata dei materiali utilizzati per la ristrutturazione dell’edificio, anche considerando le diverse percentuali per ogni materiale, è di circa il 35% sul totale dei materiali utilizzati. Circa il 10% di questa non è strutturale. Da queste percentuali sono derogate le guaine impermeabilizzanti.

Sostanze pericolose
Nei componenti previsti in progetto per la trasformazione del fabbricato non saranno utilizzate sostanze pericolose quali cadmio, piombo, cromo VI, mercurio, arsenico e selenio in concentrazione superiore allo 0,010% in peso. Sostanze classificate come estremamente preoccupanti (SVHCs) ad una concentrazione superiore allo 0,10% del peso. Sostanze o miscele classificabili come cancerogene, mutagene o tossiche per via orale, dermica, inalazione.

Criteri specifici per i componenti edilizi
Il progetto, allo scopo di ridurre l’impiego di risorse non rinnovabili, di ridurre la produzione di rifiuti e lo smaltimento in discarica, prevede di utilizzare i materiali di seguito indicati secondo le modalità specificate:
– Calcestruzzi confezionati in cantiere e preconfezionati
I calcestruzzi utilizzati per l’intervento di consolidamento e integrazione della struttura esistente saranno prodotti con un contenuto di materiale riciclato pari al 10% del peso del prodotto secco
– Laterizi
I laterizi utilizzati per la realizzazione delle murature avranno un contenuto di materiale riciclato pari al 20% del peso del prodotto
– Sostenibilità del legno
Tutti i materiali utilizzati in progetto sono certificati FSC e provengono da boschi e foreste gestiti in maniera sostenibile/responsabile ovvero sono costituiti da legno riciclato
– Ghisa ferro acciaio
Per gli usi strutturali sarà utilizzato acciaio da forno elettrico con almeno il 70% di materiale riciclato ed acciaio proveniente da ciclo integrale per almeno il 10%. Per il materiale non strutturale sarà utilizzato il 100% di materiale riciclato
– Componenti in materie plastiche
Tutto il materiale plastico utilizzato al di fuori dei componenti tecnologici, sarà di riciclaggio. Ad esclusione delle guaine impermeabili delle coperture ad acqua
– Murature in pietrame e miste
Tutte le murature in pietrame o miste per la realizzazione dei contrafforti e dei sostegni, per il contenimento delle aree verdi ecc… saranno realizzate con materiale recuperato e riciclato, a secco o legate con malta di calce naturale
– Tramezzature e controsoffitti
Le tramezzature saranno realizzate con laterizi intonacate con malte a base di sabbia riciclata e calce naturale. Non sono previsti controsoffitti e pareti in cartongesso.
– Isolanti termici ed acustici
Per l’isolamento termico ed acustico del fabbricato saranno utilizzati materiali naturali quali sughero, fibre di legno, fibra di cellulosa, vetro cellulare (tutti materiali riciclati e riciclabili). Per l’isolante acustico al calpestio sarà utilizzata gomma riciclata al 100%. Per gli isolanti riflettenti in alluminio sarà utilizzato materiale riciclato al 100%
– Pavimenti e rivestimenti
Tutti i pavimenti previsti saranno realizzati in massetto gettato a forte spessore con inerte riciclato e malta di calce idraulica trattati a cera naturale
– Pitture e vernici
Tutte le pitture e le vernici utilizzate saranno a base di calce naturale (Cepro). Gli smalti saranno all’acqua senza solventi chimici
– Impianti di illuminazione interni ed esterni
Tutti i sistemi d’illuminazione previsti saranno a basso consumo energetico e alta efficienza (lampade a led con temperatura di colore variabile tra 2700° e 5000°), smontabili a fine vita e riciclabili, dotati di domotica e sistemi di accensione automatica con rilievo di presenze.
– Impianti di riscaldamento e condizionamento
Uso d’impianto a pompa di calore conforme ai criteri ecologici e prestazionali previsti dalla Legge 2007/742/CE. Impianti di climatizzazione conformi al DM 7 marzo 2012. Gli impianti aeraulici saranno realizzati in spazi adeguati per una corretta e facile manutenzione con canalizzazioni e tubazioni a vista a soffitto.
– Impianti idrosanitari
Ogni unità immobiliare, ogni destinazione ed ogni piano avranno una contabilizzazione separata dei consumi

Demolizione e rimozione dei materiali
Tutti i materiali delle demolizioni e rimozioni del fabbricato esistente saranno smistati e separati (durante le fasi di cantiere) per essere recuperati e riutilizzati. Fatto salvo i materiali pericolosi o inquinanti presenti quali ad esempio l’amianto presente che dovrà essere opportunamente smaltito.

Prestazioni ambientali in cantiere
Predisposizione di aree di raccolta differenziata, lampade a basso consumo, produzione di acqua calda con pannelli solari, schermature e coperture antirumore e antipolvere, risparmio idrico delle lavorazioni previste e protezione del suolo da acque reflue, protezioni visive del cantiere con teli e pannelli su ponteggi e fabbricato.

Personale di cantiere
Personale di cantiere formato in specifico per la gestione di cantieri ambientali.

Sistema di monitoraggio dei consumi energetici
Monitoraggio dei consumi energetici per la verifica delle previsioni di progetto da parte del Committente e/o del Gestore.

Distanza di approvvigionamento dei prodotti da costruzione
Il progetto prevede l’uso di materiali provenienti da località di recupero, raccolta, lavorazione e produzione in prossimità,
non superiore ai 150Km, per almeno il 60% dei materiali utilizzati.

Bilancio materico
In sede di progetto esecutivo sarà redatto il bilancio materico dei materiali utilizzati per verificare l’uso efficiente delle risorse impiegate per la ristrutturazione e manutenzione del fabbricato, sia in input che in output (fine vita).

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